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Cooperativa Maiscoltori Basso Ferrarese – CEREALI E CAMBIAMENTO CLIMATICO / 06 Febbraio 2025

Cooperativa maiscoltori basso ferrarese

il 6 febbraio 2025 si è tenuto l’ INCONTRO DIVULGATIVO SUI MERCATI CEREALI ED IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, promosso dalla Cooperativa Maiscoltori Basso Ferrarese.
Il nostro intervento dal titolo: Panoramica del mercato dei cereali ed incognite per il 2025 

Mais:
Gli USA hanno prodotto meno di quanto originariamente previsto, l’Italia, la EU Orientale e l’Ucraina hanno avuto una produzione disastrosa dal punto di vista della qualità e della quantità. Il premio per il mais con caratteristiche si è ampliato nel corso della campagna 2024/25 e rimane sostenuto. Lo scenario, tiene tonici i prezzi nazionali e internazionali nel breve periodo con un occhio però al raccolto del Sud America che al momento non è garantito rispetto alle ampie produzioni attese. I quantitativi dell’Argentina e del Brasile si finalizzeranno in primavera nel momento in cui partiranno le semine dell’Emisfero Nord.

Grano
Nel complesso la produzione dei Paesi Esportatori dell’Emisfero Nord è stata deludente. E la competizione tra EU e Russia è stata aggressiva da cui la pressione sul Matif nonostante il raccolto più scarso da decenni della Francia. Nella seconda parte della campagna in corso, la Russia ha l’obbligo di diminuire significativamente le esportazioni. Da segnalare la necessità da parte di una parte della mangimistica in Europa di sostituire il mais con il grano per schivare le aflatossine. Tutto ciò implica uno scenario sostenuto nel breve periodo, almeno fino a quando non inizieranno le nuove semine.
Grano duro
offerta in crescita anno su anno ma assenza della Turchia sul mercato EU perché, data l’alta inflazione interna, non è in grado di offrire prodotto a prezzi competitivi.

Semi di soia
L’offerta è ampia, tenuto conto che le semine in Brasile e Argentina fanno pensare a raccolti record. Nonostante alcuni segnali non favorevoli dell’andamento del meteo sia in Argentina sia in alcune zone del Brasile, al momento si registrano solo segnali di abbondanza di prodotto.
Conclusioni: la volatilità dei listini internazionali rimane strettamente connessa alle vicende geopolitche, in particolare alle misure protezionistiche degli USA.

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